LA MIA FEDE IN ATTO  

Sono cresciuta in una piccola frazione in campagna al centro nord di Malta. Questo borgo era per me tutto il mio mondo: vivevamo come una grande famiglia allargata. I miei  genitori mi hanno trasmesso  quei valori semplici di attenzione agli altri, di semplicità e  sobrietà, di gratitudine per il poco che avevamo, di condivisione con chi ne aveva meno. Oggi direi che erano dei contemplativi.

Già da adolescente mi sono impegnata nel movimento della GIOC (Giovani Operai Cristiani) prima come studente e poi come insegnante nella scuola statale. Ho sempre insegnato nella stessa scuola in un grosso paese, molto popolare, con famiglie numerose. Ero molto sensibile verso i bambini più poveri materialmente e culturalmente, ciò  che  mi ha permesso di tessere relazioni con tante famiglie del quartiere.   Mi sono impegnata nel sindacato per rappresentare i miei colleghi. Grazie alla GIOC, ho aperto il cuore ai problemi di sfruttamento di tante ragazze che lavoravano in nero, di molti operai, che in  fabbrica lavoravano con orari massacranti, trattati peggio delle  macchine. Ho ascoltato e condiviso  tante loro storie e con loro ho combattuto per sensibilizzare altri e per agire insieme per ottenere più giustizia.
Ciò che mi nutriva era la dimensione concreta della fede: Il nostro fratello e maestro era Gesù, operaio di Nazareth: leggevamo il Vangelo per ricevere luce sulle nostre situazioni concrete di lavoro.
La responsabilità a livello nazionale in questo movimento mi ha dato la possibilità di avere scambi con altri giovani europei. Insomma dal mio “piccolo mondo” nella mia “piccola isola” mi sono trovata immersa nella grande famiglia umana e portata anche a viaggiare all’estero.

“NON VOGLIO PIÙ IL TUO FARE PER ME … VOGLIO TE

La mamma mi chiedeva quando mi sarei decisa a sposarmi … l’ho pensato anch’io e ho sognato di avere una famiglia grande , una casa aperta, ma ho capito che la vita da sposata  non era per me.
Pian piano sentivo il bisogno di pregare di più, di sostare in silenzio con Gesù,  per scrutare la Bella Notizia meditando il Vangelo ogni sera.
Il mio papà mi diceva spesso: “Tu finirai in un convento”  ed io a rassicurarlo: “No, papà in un convento mai”. Non mi vedevo separata, lontana dalla gente che ho imparato ad amare … Ero felice di spendere la mia vita come laica consacrata … fino ad un certo punto  quando sentii che non mi bastava più … come se sentissi Gesù che mi dicesse “Non voglio più il tuo “fare per me … voglio te”   Non capivo più niente … per un anno ho supplicato la luce …  e mi sono ricordata di un libro che avevo letto anni prima:“Come loro”, di René Voillaume, un religioso francese che scriveva delle lettere ai suoi “Piccoli Fratelli di Gesù”. Lo rilessi : questi fratelli vivevano un’esperienze di religiosi in mezzo alla gente … mi andava giù come il miele: che bello! Questo mi andrebbe bene!… cerca di qua e  chiedi di là, seppi  che esistevano le Piccole Sorelle del Vangelo, fondate dallo stesso René Voillaume. Scrissi subito a queste sorelle che mi proposero di visitarle a Foggia in un quartiere popolare. Vivevano in un monolocale in quattro sorelle … che semplicità! che pace in quella cappella davanti all’Eucarestia! …  e quante relazioni con la gente del quartiere! … Partecipai con loro agli incontri di condivisione della Parola, visitai le famiglie amiche delle sorelle, mi sentii “a casa” .
Ritornata a Malta non vedevo l’ora di ripartire … avevo 35 anni … pochi mesi dopo partii per la Francia ed eccomi qua, piccola sorella del Vangelo, 38 anni dopo!

HO TROVATO ‘LA VITA’

Ho trovato la vita alla quale il Signore con tanta tenerezza e pazienza mi preparava da sempre … Una vita consacrata in mezzo alla gente nello stile di Nazareth, una vita centrata su Gesù, nutrita dalla meditazione quotidiana della Parola e da una preghiera contemplativa vissuta in piccole fraternità in mezzo ai poveri.
Oggi guardando indietro benedico tutte le sorelle con le quali ho fatto un pezzo di strada, che mi hanno aiutato a vivere nella verità. Ringrazio Dio per “i poveri” che ha messo sulla mia strada e per quello che ho ricevuto da loro come amicizia, testimonianza di fede coraggiosa, in vite spesso travagliate … e ringrazio per tanto altro …
Ho vissuto nel sud della  Francia in un paese di campagna, poi negli Stati Uniti  al servizio dei carcerati e delle loro famiglie e da 25 anni sono in Italia, dove ho vissuto prima a Foggia, poi a Vicenza e a Bari. Da due anni sono   a Torino, dove abbiamo fondato una nuova fraternità.

IL MIO OGGI

In un nuovo contesto sconosciuto  tutto sa “di nuovo”, tutto è da scoprire, di conseguenza lo sguardo è più attento per cogliere le bellezze dell’ordinario della vita. Dal nostro quartiere per raggiungere il centro prendiamo spesso il bus o il tram. Alla fermata mi colpiscono delle scene che potrebbero passate inosservate a chi il bus lo prende ogni mattina da anni, per raggiungere il luogo di lavoro. Nel pomeriggio sulla strada o nei mezzi pubblici incontro molte mamme, che vanno a riprendere  i bambini da scuola. È  bello vedere donne marocchine, peruviane ed africane chiacchierare tra loro da amiche, mentre i loro bambini giocano a nascondino sul marciapiede: semplice  interculturalità vissuta nel quotidiano.… In questo i bambini ci sono maestri! “Benedetto sei tu Signore!”
Faccio volontariato in un centro che fa la prima accoglienza di donne vittime di tratta e di mamme in difficoltà, accolte con i loro bambini: Sono nigeriane, peruviane, spagnole, marocchine , italiane…Pian piano noi volontarie conosciamo dei tratti della loro storia, spesso travagliata e cerchiamo di accoglierle con tanto rispetto e tenerezza.

Piccola sorella Carmen