Piccola sorella Maithé, della fraternità di Montpellier, fa parte del Servizio Evangelico dei Malati (SEM), è una missione che le è stata affidata fin dal suo arrivo nel quartiere; è anche membro dell’équipe diocesana,  ma qui ci parla soprattutto del suo servizio nel quartiere.

Andare verso chi è lontano dalla Chiesa, verso chi, a causa della propria salute, non si sposta più, e, sovente, non ha nemmeno un posto nella nostra società iperattiva: questo è proprio uno degli aspetti della nostra missione di Piccole Sorelle del Vangelo e risponde anche all’appello di papa Francesco di andare verso le “periferie esistenziali”.

Come Chiesa locale abbiamo a cuore la sensibilizzazione di tutta la comunità verso chi è assente a causa dell’età o di problemi di salute.

L’incontro con le persone malate è sempre un imprevisto: qualche volta il loro desiderio è semplicemente quello di avere un contatto per spezzare la solitudine, qualche volta è per parlare della loro vita, della famiglia, altre volte è per un momento di preghiera e per ricevere la comunione. Visitandoli regolarmente si crea una certa confidenza e, col passare degli anni, purtroppo, li vediamo anche perdere poco a poco le loro capacità … Non è facile vederli declinare! Andando a visitarli, entriamo nel loro “santuario” più intimo, che dobbiamo rispettare col nostro silenzio, nell’ascolto e nell’umiltà. Dobbiamo imparare a lasciare fuori dalla porta le nostre capacità di gente che sta bene, le nostre idee, i nostri desideri, per lasciare che il Signore passi attraverso di noi.

 Certi giorni, quando dopo una visita esco con l’impressione che l’incontro sia stato “nullo” o che non sia successo niente, mi ripeto la convinzione che il Signore era presente in questa persona prima che io arrivassi, lo è stato durante la visita e continuerà ad esserlo ancora dopo la mia partenza. Non sta a me valutare. Questo mi ridona pace e mi invita ad un atto di abbandono nelle Sue mani, con umiltà e fiducia.

La fede semplice di certe persone anziane e il loro cammino verso il Signore, qualche volta ci stupiscono … Per altri il cammino è più difficile: ricordi di un passato doloroso, timore di diventare un peso per i figli, divisioni in famiglia, esperienze difficili con la Chiesa, paura della morte, timore di Dio che giudica. Col tempo, però, anche con queste persone è possibile fare un percorso. In questo modo, con la grazia di Dio, ho potuto accompagnarne alcune fino alla morte.

Tutti questi incontri ci fanno toccare con mano la bellezza e la fragilità, le gioie e le pene di ogni vita umana, ma anche la fedeltà e la grazia del Signore, che ci accompagnano fino al nostro ultimo respiro.
Da queste visite non ne esco “indenne” perché mi mettono di fronte alle mie proprie fragilità e paure e mi provocano nel mio cammino di fede: come vivo, fin d’ora, nel quotidiano, la presenza del Signore? perché la vita eterna non è per domani, ma è già per oggi. Come mi incammino personalmente verso l’Incontro con il Signore? Ci penso seriamente?

STORIE

DALL’ANGOSCIA ALL’IDEA DELLA MORTE
ALLA PACE E LA FEDE NELLA MISERICORDIA DI DIO
La signora S. era seriamente malata da diversi anni e sentiva che la fine si avvicinava. Era molto angosciata all’idea della morte e ne parlava spesso con il suo medico che le consigliò di contattarci. Così un giorno ricevetti la sua telefonata. Andai ad incontrarla e fin da quel primo incontro mi parlò della sua vita. Era insegnante, cattolica praticante prima del matrimonio, poi aveva smesso di andare in Chiesa, influenzata da suo marito, che era ateo. Il marito era morto da alcuni anni e lei aveva ripreso a pregare in casa. La domenica seguiva la messa alla televisione, ma senza voler riprendere il contatto con la parrocchia. L’approssimarsi della morte, tuttavia, la interrogava. Sentendo il suo senso di colpa e il suo desiderio di far qualcosa in merito, mi feci coraggio e le proposi la visita del nostro sacerdote, ma lei rifiutò. Non so bene cosa mi è prese, ma mi ritrovai a dirle: “Sappia che non vengo qui a mio titolo personale, ma sono inviata dalla Chiesa e, ricevendomi, lei riceve il Signore”. Mi guardò e, sorridendo, mi disse: “E’ vero!”.
Mi invitò a tornare da lei,  ma non fu più possibile perché morì poco tempo dopo. In seguito incontrai suo figlio, con cui viveva; probabilmente lei gli aveva raccontato il nostro incontro, perché mi ringraziò e disse che sua madre, dopo quella visita, aveva ritrovato la pace e la fede nella misericordia di Dio. Veramente il Signore ci accompagna fino all’ultimo istante della nostra vita!

ACCOMPAGNARE IL PASSAGGIO..
J. sentiva che la sua salute declinava e sapeva che stava per “partire” nonostante tutte le cure. Ogni tanto sostituivo la persona che andava a trovarlo tutte le domeniche per portargli la comunione. Sua moglie era molto accogliente verso di noi, ma non restava mai alla piccola celebrazione, pur avendo la premura di preparare ogni cosa. Era protestante e aveva un certo rancore verso la Chiesa cattolica che non l’aveva accolta bene.
Il suo stato di salute si aggravò  fino a dover restare definitivamente a letto; sapeva bene che “l’ora del passaggio” era vicina.
Qualche volta, quando sua moglie doveva assentarsi per un’ora, restavo con lui, che ormai stava troppo male per rimanere solo. Non poteva più parlare molto, ma i suoi occhi parlavano e lo sentivo in pace davanti a questo “passaggio” che desiderava. Un giorno gli  proposi un breve tempo di preghiera e la Comunione, “se lo desiderava” … “Come potrei non desiderare di riceverlo, quando Lui è venuto a dare la vita per me?”. Grazie, Signore, per questa luce che ha ricevuto ed accettato!
Sua moglie non aveva nessuno vicino che potesse sostenerla, non avendo né figli, ne parenti prossimi. Grazie alle nostre visite regolari, si era stabilita una certa amicizia e confidenza, nonostante le sue difficoltà con l’istituzione Chiesa. Vedendo suo marito declinare, un giorno mi chiese se non sarebbe stato il caso di chiamare un prete. Le confermai che questo era anche il desiderio di suo marito. Fu una bella celebrazione del sacramento dei malati, in presenza della moglie che vi partecipò con emozione. Non dimenticherò mai quel “Padre nostro”, pregato insieme, mentre sua moglie gli teneva la mano … E il bel sorriso di J.
Il giorno seguente J. visse il suo passaggio verso il Signore, nella pace.