Durante la vita quotidiana sei immerso nel ciclo del progresso, tutti rincorrono il tempo e il denaro trovandosi nella maggior parte dei casi circondati da amici apparenti e da cose inutili da indossare.
Siamo curati in ogni minimo dettaglio estetico ma sentiamo sempre una forte ferita interiore, come se ci mancasse davvero una parte del nostro corpo: l’anima, quella grande forza interiore che ci fa comunicare con noi stessi e con il resto del mondo, senza la quale saremmo solo dei robot.
Beh, curare l’anima è il lavoro più difficile che si possa immaginare, perché non ci sono istruzioni o kit pronti al supermercato facili da usare ma serve fiducia, amore, rispetto per l’altro, sensibilità, carità, spiritualità, semplicità e silenzio.
Quando ho deciso di fare la marcia non avrei mai pensato quanto avrebbe fatto arricchire la mia anima, ero molto scettica ma mi sono stupita di come, in soli sei giorni, ho spazzato via tutti i paletti e i pregiudizi che la civiltà ci impone e ho iniziato a vedere la mia vita sotto una luce diversa.
La preghiera negli anni mi ha sempre accompagnato ma non è stata mai cibo per la mia anima come adesso.
Il cammino in quei giorni ha rappresentato davvero la mia vita, nella sua freddezza, nella sua gioia nella sua bellezza, nella sua fatica, nella sua incapacità di riuscire a darmi dei segni giusti da seguire e nella voglia di diventare davvero un terreno fertile per questi piccoli semi che ho ricevuto in regalo dal mio gruppo e dal mio silenzio.
Spero presto di poter godere, ammirare e poi raccontare di quei bei frutti e fiori nati da questi piccoli semi ed essere in grado di poterli condividere attraverso l’amore di Dio con il prossimo.
Jenny