Piccola sorella Bruna, responsabile generale delle piccole sorelle de Vangelo, ha potuto esprimersi all’occasione della cerimonia funebre à Lomagna.

“Per Gesù e per il Vangelo”, queste sono le prime parole del nostro atto di professione
nelle Piccole Sorelle del Vangelo. Fanno eco alle parole di san Paolo che abbiamo sentito
oggi. Sì, proprio per Gesù che rifulse nei nostri cuori, impegniamo le nostre vite alla
sequela del Cristo.

Luisa ha incontrato Charles de Foucauld nella sua ricerca intellettuale e spirituale, lo ha
seguito come modello, spinta dal desiderio di dar senso alla propria vita.
Oggi vogliamo ringraziare per questa sua vita spesa sui passi di Gesù e di Charles de
Foucauld, che aveva scritto: “Per far conoscere il Vangelo sono pronto ad andare in capo al
mondo e a vivere fino al giudizio universale”.

Come sapete, 20 anni fa, Luisa, dopo alcuni anni passati in Camerun et in Madagascar,
aveva raggiunto le piccole sorelle della fraternità di Haiti. Là ha scoperto un popolo con
una storia molto complessa e difficile, ma con un grande coraggio e una grande fede. Lei
ne è rimasta affascinata, come ognuna delle piccole sorelle che ha avuto il dono di vivere in
quel quartiere popolare di Port au Prince.

Charles de Foucauld diceva: “Il Vangelo mi aveva fatto capire che il primo comandamento è
di amare Dio con tutto il cuore; tutto è racchiuso nell’amore e ognuno sa che primo effetto
dell’amore è l’imitazione”.
Luisa si è sentita interpellata da questo invito radicale ad amare fino in fondo! La sua vita di
piccola sorella trovava senso nel condividere la vita di chi non ha peso nella società: i
“benedetti” di cui parla il Vangelo, le persone che vivono nei quartieri più marginali delle
grandi città, i poveri che faticano per sopravvivere, gli umili che sanno godere di piccoli
attimi di felicità e che sanno ringraziare Dio per quel poco che hanno!

Agire, investirsi per ridare dignità, dare fiducia ad ogni persona, tutto questo era una
priorità per Luisa. Abitata dallo spirito delle beatitudini ci teneva a incoraggiare, a “farsi
prossimo” agli affamati e agli assetati di giustizia. Era il suo “Nazaret” quotidiano quando
percorreva i vicoletti dei quartieri O’Kay e Jérémie, per spostarsi dalla casa della fraternità
e raggiungere il centro educativo Kay Chal.
Dal 2016, quando non abbiamo più potuto mandare altre piccole sorelle, Luisa ha
continuato da sola a vivere in questo quartiere, molte volte accompagnata dai volontari
della Caritas Ambrosiana. Era molto attenta ai bambini cosiddetti “restavek”, bambini che
vivono come domestici presso famiglie diverse dalla loro e per i quali le piccole sorelle
proponevano un percorso di alfabetizzazione. Era anche molto sensibile verso i giovani
del quartiere, bisognosi di un luogo di incontro e di formazione, nonché di uno spazio per
studiare e per crescere umanamente.

Perciò aveva moltiplicato i suoi sforzi per conciliare il suo lavoro di insegnante di filosofia al
seminario maggiore e all’istituto Salesiano con la presenza che era necessaria per
accompagnare i bambini e gli animatori del centro Kay Chal.
Luisa viveva questa missione “a causa di Gesù e del Vangelo”, ma come scrive San Paolo:
“Noi portiamo questo tesoro in vasi d’argilla, cosicché si veda che questa potenza
straordinaria viene da Dio e non da noi”.

Nella situazione di instabilità e di violenza che devastano attualmente il paese di Haiti,
l’amicizia e la vicinanza della gente del quartiere non sono bastate per impedire la violenza
cieca e gratuita che ha posto fine alla vita di Luisa. Nel dono della sua vita, fino all’ultimo
momento, lei ha condiviso il destino di tante persone anonime, che ogni giorno subiscono
violenze di ogni genere.
Desiderava abitare nel quartiere, posare il suo sguardo amorevole, camminare con questa
moltitudine di poveri. Amava questa gente semplice che cerca consolazione, che aspetta di
ricevere una “terra promessa”, che è sempre in attesa di vivere nella pace e di trovare
giustizia.
“A causa di Gesù e del suo Vangelo” Luisa ha donato molto, ma sono sicura che ha anche
molto ricevuto dal popolo di Haiti … Un popolo forte e con una fede profonda, che lo rende
resistente e capace di attraversare le difficoltà della vita … Una forza contagiosa.
In questo scambio e arricchimento reciproco cresciamo e camminiamo insieme verso il
Regno.
Che la morte brutale di Luisa sia occasione per ognuno di noi di rinnovare il desiderio che
animava lei e Charles de Foucauld: “L’amore di Dio e l’amore degli uomini è e sarà tutta la
mia vita, lo spero”.
“Se il chicco di grano caduto in terra non muore rimane solo, ma se muore porta molto frutto”
Che la morte e la vita della nostra sorella siano per tutti noi un seme del Regno di Dio che
vogliamo costruire. Che, dalla casa del Padre, Luisa ci accompagni.

Lomagna, 15 luglio 2022